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Caso clinico video: Restauro diretto di II classe su primo molare superiore
I restauri di seconda classe rappresentano circa il 70% della terapia conservativa che eseguiamo giornalmente nella bocca dei nostri pazienti. Avere la possibilità di attuare un protocollo razionale ed efficace rappresenta, per ogni clinico che si occupa di restaurativa, la garanzia che serve per fornire al paziente un buon risultato, eliminando qualunque tipo di "ansia da prestazione": superfici di contatto non idonee e profili di emergenza scorretti sono solo un lontano ricordo grazie alla sistematica messa a punto da Garrison.
Matrici sezionali di altezza e spessori diversi, e soprattutto con diversi gradi di bombatura, sono ciò di cui il clinico ha bisogno per fronteggiare qualunque situazione clinica. Gli anelli distanziatori con superfici in silicone di diversa ampiezza danno la possibilità di restaurare con sicurezza dalla cavità più piccola a quella da cui manca un'intera parete vestibolare o palatale/linguale. I cunei in silicone di diversa grandezza non traumatizzano la papilla interdentale e consentono un fitting ottimale della matrice contro il gradino cervicale della cavità.
L'applicazione del protocollo adesivo presente nel video è di tipo self-etching con mordenzatura selettiva dello smalto, chiave di sicurezza per evitare al paziente il disagio della sensibilità post-operatoria; mentre la tecnica restaurativa segue i principi della Centripetal Build-up Technique proposta da Nizan Bichacho ormai quasi 30 anni fa: alla realizzazione della cresta marginale segue un'apposizione sequenziale di massa composito con tecnica closed sandwich, quindi prima un composito fluido tipo bulk a rinforzare lo strato ibrido, e capping finale di 1,5 mm di spessore di composito in pasta apposto sequenzialmente per definire il dettaglio anatomico di cuspidi e solchi.